Cristoforo di Giovanni Matteo Foppa, detto “Caradosso” (Mondonico, circa 1452-Roma, circa 1527), Medaglia di Donato Bramante
Orafo, scultore, medaglista, figlio dell'orafo Gian Maffeo, Cristoforo assunse il nome del paese natio. Dopo un periodo di attività a Roma, nel 1475 entrò al servizio degli Sforza di Milano e divenne consulente per la Fabbrica del Duomo. Acquistò in breve tempo grandissima fama, fu celebrato, tra l’altro, per il calamaio cesellato, realizzato per lo studiolo di Isabella d'Este. Si trattava di un vaso formato da una cinquantina di pezzi di cristallo intagliato e di un calamaio in argento decorato con bassorilievi a sfondo mitologico, quali il Ratto di Ganimede, Ercole e Caco, Ercole e il leone Nemeo.
A partire dal 1505 rientrò a Roma presso la corte papale, lavorando per papa Giulio II, Leone X e Clemente VII e qui conobbe Benvenuto Cellini, che lodò l’artista sia nella Vita che nel Trattato di Oreficeria, per la qualità delle esecuzioni medaglistiche.
Delle molte opere eseguite oggi sono note alcune medaglie, di grande accuratezza tecnica, informate da robusta plasticità, attenta agli esempi di matura epoca romana. Tali elementi compositivi traspaiono in tutta la loro evidenza nel ritratto a mezzo busto nudo, in visione frontale, di Donato Bramante; la medaglia sul rovescio presenta l’allegoria dell’Architettura, seduta frontale, retroversa, immagine sempre di impianto classicheggiante, ma frutto della profonda e originale rielaborazione degli schemi descrittivi.